RAPPORTO OCSE – EDUCATION AT GLANCE 2018

La strada che suggeriamo – rilancia Turi  - è quella di considerare le spese per l’istruzione nelle spese per investimenti e non nelle spese correnti. Una scelta che appare ormai ineludibile. Ancora una volta assistiamo a vecchie proposte e ricette: scambio tra retribuzioni e assunzioni; le supplenze per le ore residue, in una sorta di grande contratto di solidarietà. Serve invece riconoscere, anche economicamente, la delicata funzione didattica svolta dagli insegnanti che debbono avere la possibilità di veder riconosciuta la loro professionalità senza dover guardare ad altre figure professionali. Bisogna ridare alla scuola la dignità che merita per svolgere efficacemente la funzione di volano di sviluppo socio economico del paese. La scelta sociale da percorrere  - aggiunte Turi - è quella che si allontana dai modelli finanziari neo liberisti e che, invece,  punta sulla scuola come funzione dello Stato, per tutti. Una risposta responsabile agli estremismi, alla separazione, alla recrudescenza di una divisione sociale sempre più marcata, per ritornare ai valori contenuti nella nostra costituzione e nelle costituzioni dei paesi democratici. ra le varie cose che colpiscono a una prima rapidissima lettura, in quanto registrate da fonte autorevolissima (pp. 7-8 scheda Italia): "Le retribuzioni contrattuali dei docenti nella scuola pre-primaria fino alla scuola secondaria nel settore pubblico sono diminuite costantemente tra il 2010 e il 2016, in termini reali; nel 2016 gli stipendi degli insegnanti corrispondevano al 93% del loro valore rispetto al 2005. Gli stipendi erano altresì inferiori alla media OCSE: gli stipendi iniziali variavano tra l'89% (scuola secondaria superiore di indirizzo generale) e il 94% (scuola pre-primaria) della media OCSE. La progressione stipendiale di un docente lungo la sua carriera è altresì inferiore in Italia rispetto alla media degli altri Paesi dell'area OCSE, con uno stipendio che, al massimo della progressione di carriera, raggiunge tra il 79% (scuola primaria) e l'86% (scuola pre-primaria) della media OCSE ad analogo livello di progressione. La differenza tra la retribuzione effettiva (stipendi medi lordi prima della detrazione delle imposte, si veda l'Indicatore D3) dei dirigenti scolastici e quelli degli insegnanti è ampia tra i diversi Paesi e livelli d'istruzione. L'Italia è uno dei Paesi che prevede il più alto compenso retributivo per i dirigenti scolastici rispetto agli insegnanti: le retribuzioni lorde effettive dei dirigenti scolastici sono il doppio di quelle degli insegnanti.La ripartizione delle responsabilità nelle scuole secondarie inferiori e le autorità educative nazionali, regionali e locali è oggetto di molti dibattiti nelle politiche dell'istruzione. In Italia, oltre la metà delle decisioni sono prese a livello centrale (il 52% rispetto al 24% in media nei Paesi dell'OCSE). Due terzi delle decisioni sulla pianificazione e le strutture e almeno la metà delle decisioni sul personale e la gestione delle risorse sono prese al livello del governo centrale."

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