CONTINGENTE IMMISSIONI IN RUOLO PERSONALE DOCENTE

5000 UNITA' IN MENO. LA POSIZIONE DELLA UIL. IN ALLEGATO LE TABELLE E LE ISTRUZIONI OPERATIVE PER LE IMMISSIONI IN RUOLO

L'amministrazione ha fornito l'informativa sul contingente delle immissioni in ruolo per il personale docente 2019/20 diviso per regioni e province.
Entro la giornata di oggi saranno inviati agli USR sia il DM che gli strumenti operativi per le operazioni di nomina.
Come già detto, Il MEF ha ridotto di 5.000 unità rispetto al contingente richiesto dal MIUR che era di 58.627.
Pertanto le assunzioni saranno 53.627.

L'amministrazione si è adeguata ed ha illustrato come è stata calcolata la riduzione dei 5.000 posti:
- ridotto in parte il contingente del sostegno nelle regioni dove il numero degli specializzati è inferiore alle disponibilità;
- lo stesso criterio si applicherà per la riduzione sulle classe di concorso.

Le regioni più interessate saranno, ovviamente, quelle del centro-nord in cui l'impatto della riduzione è minore rispetto al fabbisogno.

LA POSIZIONE DELLA UIL

Inizialmente il MIUR aveva annunciato 58.627 assunzioni per il personale docente e richiesta l'autorizzazione al MEF. Il MEF nella giornata di ieri ha autorizzato solo 53.627 posti. Ben 5.000 posti in meno rispetto a quelli richiesti. Se si considerano tutti i posti dei pensionamenti registrati dopo il 29 maggio che non saranno disponibili per le immissioni in ruolo, i posti in organico di fatto, soprattutto i posti in deroga  che, per il sostegno, supereranno per il 2019/20 il limite dei 50mila unità e se si aggiungono i 5.000 posti non autorizzati e si considera che l'anno scorso le supplenze sono state più di 100mila, anche in considerazione dei 32mila posti non coperti il precedente anno con immissioni in ruolo già autorizzate, per l'a.s. 2019/20 potremmo ad oggi prevedere il superamento delle 150/160mila supplenze. Una situazione tutta da (ri)considerare politicamente e in senso complessivo, in quanto ancora una volta si vuole fare cassa con la scuola a  conferma che in Italia siamo rassegnati a spendere sempre meno la nostra scuola rispetto al resto dell'Europa e che rischia di prestare ovviamente il fianco ad una procedura di infrazione per l'abuso dei contratti a tempo determinato per l'abnorme numero di contratti atermine a fronte di posti in organico disponibili e vacanti. Ci vuole invece un'inversione di tendenza che miri ad investire sulle persone, sul personale che fa funzionare la scuola. È da lì che occorre ripartire con determinazione e urgenza rifuggendo ogni paventato taglio ulteriore sulla scuola.

Informazioni aggiuntive