ATTIVO PUBBLICO IMPIEGO: TURI: LA NOSTRA È BATTAGLIA CULTURALE. NON DOBBIAMO AVERE PAURA DI STARE FUORI DAL CORO

 

Anche in questo caso è sbagliato l’assunto di partenza: la scuola non è un servizio e gli studenti, le famiglie non sono utenti. L’istruzione è funzione dello Stato, e deve essere garantita in tutto il paese attraverso le scuole statali che sono istituti di eccellenza – anche l’astronauta Palmisano ha studiato nelle scuole pubbliche calabresi, ha detto Turi.

Per anni ci hanno ripetuto che meno stato e più mercato ci avrebbero resi più ricchi.
Oggi si vede come la ricetta neo liberista non abbia funzionato – ha sottolineato il segretario generale della Uil Scuola.
Siamo tutti più poveri, non solo economicamente ma in termini di democrazia.

Abbiamo ereditato una scuola capace di includere. Si parla molto di asset strategici. Che cosa è più strategico di scuola, università, ricerca? Andando all’estremo si può dire perfino che l’acciaio all’estero si può comprare, la cultura no. La sovranità parte dalla cultura di un popolo.

Non dobbiamo avere paura di stare fuori dal coro – ha ribadito Turi. La nostra è una battaglia culturale.
Questo Governo non ha un modello di scuola, un modello di società. Noi sì. Dobbiamo parlare con le persone per rappresentarlo.

Il pubblico impiego rappresenta lo Stato che non fa sentire solo il cittadino. Non siamo alla legge della giungla. Chi è più forte sopravvive e chi è più debole soggiace. La scuola fa esattamente il contrario, rafforza i più deboli.  Se nella scuola non c’è spirito critico, non ci sarà un cittadino. Bisogna introdurre nella scuola una cultura di pace, di libertà e non una cultura di guerra, ognuno per sé.

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