ALLA SCUOLA BRICIOLE DEI FINANZIAMENTI POST PAMDEMIA. 1 MILIARDO E MEZZO SU 55 DISPONIBILI

mezzo, o poco più, dei 55 miliardi di cui si parla in questi giorni, per i prossimi due anni. Un’abitudine a fare risparmi sull’istruzione che non è nuova: nel 2008, in un colpo solo alla scuola ne furono tagliati 8 di miliardi. Trend che non è più cambiato, con azioni costanti di riduzione, fino a trasformarci nel paese che insieme a pochi altri pochissimo spende in istruzione. Intanto terzo settore, amministratori, associazioni si lanciano nella corsa a prendere per centri estivi, attività ricreative, intrattenimenti diurni – pone l’attenzione ranieri.  Sono forse più importanti della scuola che ricomincerà a settembre?  I tanti soggetti sociali che si sostituiscono al welfare a costi falsamente contenuti e dai risultati incerti  - aggiunge - sono avvantaggiati dal confronto e dal dialogo con i decisori politici che alla scuola sono negati dalla ministra che usa il palazzo della Minerva come una torre d’avorio. I temi su cui è urgente prendere posizione e dare riposte sono tanti: come affrontare la didattica per piccoli gruppi senza un numero sufficiente di insegnanti? Come assicurare il rispetto del distanziamento nelle attività di routine con le attuali consistenze organiche degli ausiliari? Come affrontare i nuovi disagi psico affettivi dei bambini senza una adeguata formazione in servizio? Risposte sulle quali abbiamo formulato proposte e su cui siamo pronti al dialogo e al confronto. Non mettendo la testa nella sabbia o scambiando spiccioli ai privati volenterosi di turno. La scuola si fa non restando mai soli, né in condizioni ordinarie né tantomeno in quelle straordinarie.

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