LA SCUOLA E' BUONA E I SINDACATI CATTIVI. UNO STORYTELLING CHE NON INCANTA PIU' NESSUNO. LE INDICAZIONI PER LO SCIOPERO DELL'8 GIUGNO


A chi vorrebbe ricondurre le giuste richieste del personale alle azioni dei sindacati, si può rispondere che tutelare il lavoro è diritto garantito dalla Costituzione. Quanto agli spazi, i sindacati sono stati fatti uscire da ogni sede di concertazione, non possono fare parte di commissioni di concorso e di vigilanza: ergo nessuna responsabilità gli può essere attribuita. Una epurazione forzata ad opera di una classe politica che ha voluto la gestione del suo potere, confuso con la gestione democratica. Così ogni concorso è finito nelle maglie della magistratura che ne ha condizionato gli esiti e le procedure. Di fatto la magistratura ha acquisito la competenza al reclutamento. La colpa? Del sindacato. Sui concorsi vogliamo sciogliere il nodo ipocrita del riconoscimento del merito? Forse è arrivato il momento di dire come stanno le cose. Un paese dove la corruzione e l’evasione la fanno da padrone, alzi la mano chi può affermare che i concorsi abbiano selezionato i migliori. Vero è, invece, che ogni concorso produce un indotto che è utile alla forza politica che lo gestisce. In Italia un cittadino, appena invia la sua domanda di partecipazione al concorso, la prima cosa che fa è cercare chi lo può aiutare. Si potrebbero scrivere libri su concorsi pensati e costruiti sui singoli candidati.  L’ultima polemica che ci ha visto protagonisti e continuiamo a sostenerlo è un concorso per titoli, ma questo ha un difetto, i titoli o ce li hai oppure no.  E non si possono scavalcare i candidati. I concorsi, invece, hanno una qualità: possono consentire di scavalcare anche chi ha titoli ed esperienza. Il merito e la meritocrazia in questo paese sono merce che serve per giustificare prevaricazioni e particolarismi. Nello specifico della scuola, il precariato è creato dalle regole assurde che lo governano da anni e rappresenta uno sfruttamento del lavoro che il sindacato sarà sempre pronto a combattere. Lavoro quotidiano, dedizione, professionalità a cui si dice grazie nell’emergenza. Poi si pretendono concorsi che assomigliano a corse a ostacoli.  Senza avere risorse per bandire concorsi seri, si affida ai volenterosi, molto condizionati, la garanzia meritocratica? Uno storytelling che non incanta più nessuno. Le rivendicazioni sindacali sono diventate progetto comune delle forze di opposizione e di maggioranza. Una proposta che vedeva titoli in entrata ed esame in uscita, dopo l’anno di prova. Nella nostra proposta la verifica del merito era inserita nell’esame finale, a scuola. Se l’amministrazione non ha fiducia in sé stessa, allora il problema è proprio lì.

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