DOPO LO SCIOPERO LA SCUOLA AL CENTRO DELLA CRONACA

Le Regioni, le Province e i Comuni, come tutte le forze politiche, si sono espresse in linea con le ragioni dello sciopero. Ad appoggiarlo anche genitori e alunni nella ormai condivisa consapevolezza che bisognerà riaprire le scuole in sicurezza e in presenza. Motivazioni che erano state condivise anche dal Premier Conte, nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi qualche giorno fa. Tornare alla realtà, all’apertura delle scuole a settembre, alla didattica in presenza, significa anche tornare al coinvolgimento vero ed in presenza dei lavoratori come elemento costitutivo di un’azione sindacale che parte dalle esigenze che solo i luoghi di lavoro, nella loro vita reale possono rappresentare. La mobilitazione in presenza non può essere sostitutiva da quella in remoto, quella digitale. Mettere in connessione la vita reale con quella virtuale è la sfida di questo nostro momento. Richiederà approfondimenti e pratiche diverse dal passato. Un problema che riguarda tutti. La vita civile e politica si dovrà misurare con una nuova realtà, ma se qualcuno pensasse di utilizzare le lenti del passato per giudicare il presente farebbe un errore strategico se volesse misurare il grado di condivisione, ovvero di dissenso rispetto alle scelte politiche. Uscire dallo storytelling e dal web è un obbligo per tutti, a cominciare dalle organizzazioni sindacali. Una cosa è certa da ieri, finalmente, si parla di piano strategico per la scuola e si comincia a discutere nel merito, si è capita la vera scelta sui precari. Insomma, una rappresentazione diversa da quella del giorno precedente. Evidentemente tra il vecchio e il nuovo, non c’è una cesura netta, ma un elemento che deve fare riflettere, le parti, senza che ognuna si illuda di avere vinto o perso una battaglia. Certo, qualche egocentrista di parte, potrà raccontare la sua versione per aumentare la propria autostima, ma i fatti e la realtà prima o poi prevalgono sempre. Noi siamo convinti che sulla scuola bisogna uscire dal web e guardare al futuro. Accettare nuove connessioni, trovare nuovi linguaggi servirà. Ma prima di tutto ci saranno sempre le persone e il loro lavoro. Proprio quello che la comunità educante e sociale sta rivendicando: ritornare alla scuola vera, quella di tutti, quella che crea inclusione e funziona da ascensore sociale. Quella al centro delle nostre battaglie per i diritti, voluta dalla costituzione.

Grazie a tutti.

Pino Turi e tutta la segreteria nazionale

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