CONCORSO STRAORDINARIO: LETTERA DEI SINDACATI SCUOLA AI GRUPPI PARLAMENTARI

qualsiasi procedura avviata oggi non produca sino all’anno scolastico 2021/22 alcun effetto concreto in termini di copertura stabile dei posti e conseguente garanzia di continuità didattica agli alunni. Quanto sia difficile in questa fase gestire procedure concorsuali lo dimostra quella tuttora in atto per reclutare i DSGA: pur riguardando un numero contenuto di candidati, dopo un anno non si ancora conclusa e sono ancora in atto le prove. Ma anche l’ultimo concorso straordinario per i docenti, avviato nel 2018, per alcune classi di concorso è ancora non completato. Fare dei concorsi per esami la modalità esclusiva di accesso all’insegnamento si rivela, alla prova dei fatti, una scelta irrealistica e inefficace, rendendo quanto mai necessaria una complessiva revisione del sistema di reclutamento, come più volte richiesto dalle nostre organizzazioni, riconoscendo in modo adeguato il valore dell’esperienza di lavoro maturata dai docenti precari di cui il sistema ha da sempre bisogno per poter funzionare regolarmente.
Avviare in un contesto di emergenza igienico sanitaria lo svolgimento delle prove del concorso straordinario (e a seguire un maxi-concorso con oltre 500.000 candidati) non produce alcun effetto immediato in termini di assunzioni, mentre espone la scuola e il personale coinvolto a due ordini di rischi:
- un possibile aumento dei contagi nelle scuole, per effetto della promiscuità tra personale esterno, interno e alunni nella frequenza dei locali scolastici che ospiteranno le p rove - la possibilità che molti precari, trovandosi eventualmente in situazione di contagio o di quarantena come effetto del lavoro che svolgono e che li espone a tali condizioni, siano esclusi dalla partecipazione al concorso
I casi di positività nella scuola si stanno purtroppo manifestando in molte scuole su tutto il territorio nazionale, diversi lavoratori impegnati in supplenze potrebbero essere coinvolti dalle misure di isolamento e conseguentemente perdere l’opportunità di partecipare a un concorso la cui finalità è proprio quella di sanare l’abuso del lavoro precario nella scuola. Si tratta di un’evenienza
inaccettabile, che vanificherebbe per ragioni certamente non imputabili al personale il lavoro di diversi anni. Vi è poi da chiedersi se sia opportuno sottrarre alle scuole appena ripartite 66.000 docenti per almeno due giorni, con l’incremento che ne discende, inoltre, dei flussi di mobilità sul territorio per quanti potrebbero partecipare alle prove in regione diversa da quella di servizio. Per queste ragioni Vi chiediamo di prestare ascolto e farVi portavoce di una diffusa richiesta di sospensione delle prove, a tutela del personale precario della scuola e della salute di tutte le persone coinvolte. Riteniamo inoltre che il Parlamento possa promuovere un più complessivo ripensamento su una procedura che, se nell’immediato si rivela unicamente un fattore di ulteriore stress per le
scuole, meriterebbe comunque di essere riconsiderata alla luce di quanto avvenuto anche in altri settori della PA, mettendo in atto percorsi di stabilizzazione per titoli e prova orale che consentirebbero di garantire l’assunzione in forma stabile di quei precari già oggi impegnati in cattedra con serietà e professionalità al servizio del nostro sistema di istruzione.

 

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