NOTA DEL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE SULLE MAD

LA NOTA RAPPRESENTA UN'ULTERIORE CONFERMA DI QUANTO LA UIL SCUOLA AVEVA PROSPETTATO E RIBADITO AD ORECCHIE MINISTERIALI CHE NON SANNO ASCOLATARE

In allegato la nota MI del 4 novembre la quale dispone, per l'a.s. 2020-21, la possibilità anche per i docenti inclusi nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) o in graduatorie di istituto di presentare domanda di Messa a disposizione (MAD). La nota rappresenta un'ulteriore conferma di quanto la UIL scuola aveva preventivato e prospettato. Avevamo infatti chiesto di regolamentare le MAD ma di non vietare, soprattutto per quest'anno scolastico, la possibilità di presentare domanda di "messa a disposizione" a coloro i quali sono inseriti nelle Graduatorie Provinciale per le Supplenze (GPS) e di istituto. La nostra proposta in merito era suffragata dai numerosi posti vacanti e, soprattutto, dallo stato emergenziale nel quale il paese e quindi anche la scuola, versano. Il Ministero ha "fatto orecchie da mercante" e questi sono i risultati: posti a "iosa" che tuttora non sono stati coperti né dalle immissioni in ruolo ordinarie, né dalla call veloce, né tanto meno dalle GPS. Una nota che genera ulteriore caos a danno dei docenti i quali non hanno prodotto la "messa a disposizione" per cui il posto disponibile nella migliore delle ipotesi, è stato occupato da personale non inserito nelle GPS. I Dirigenti Scolastici giustamente non sanno, a questo punto, come comportarsi per conferire le nomine una volta esaurite le graduatorie, dovendo infatti attendere la ricezione di eventuali domande di messa a disposizione da parte di coloro che, inizialmente esclusi, potranno ora, a seguito della nota, aspirare ad un incarico pur essendo già inclusi in una graduatoria. Il risultato di tale caos sarà che gli alunni continueranno a rimanere senza insegnante a causa di un ministero che ostinatamente procede in modo disorganizzato e secondo le proprie convinzioni pur se smentite dagli eventi (vedi rinvio concorso straordinario). Anche su questo la UIL scuola aveva ragione e denuncerà questa ulteriore ingiustizia che, come al solito, approderà nelle aule dei tribunali.

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