TURI: DEBITO BUONO? USIAMOLO PER LA SCUOLA

che bisogna dare corso al percorso dei concorsi che il vecchio governo aveva attivato, con i risultati fallimentari che conosciamo e che sono davanti agli occhi di tutti. Gridare al posto non basta, serve un provvedimento complessivo che guardi al funzionamento della scuola, al lavoro delle persone e agli studenti. Immaginiamo un piano che ci porti a riaprire a settembre in presenza e in sicurezza – precisa Turi – confrontato con i sindacati. L'interesse pubblico questa volta coincide con l'interesse – diremmo obbligo, aggiunge Turi -  di stabilizzare i precari, a partire da quelli con almeno tre anni di servizio con un concorso per titoli e servizi che dia a tutti l'opportunità di accesso, da articolare con un anno di formazione ed esame finale e superamento del  periodo di prova. Serve un provvedimento che superi le divisioni tra le categorie di precari, che dia pari opportunità e sia trasparente e oggettivo. Nelle more vanno cercati sistemi nuovi che accertino l'attitudine e le capacità didattiche e non solo le competenze disciplinari. La ripartenza della scuola ha tempi contingentati e stringenti, vogliamo ancora affidarla ad uno strumento che più che selezionare il merito, serve a chi vorrebbe lasciare ancora nel precariato migliaia di docenti che comunque hanno garantito il funzionamento delle scuole per anni. E’ il momento di decidere e assumersi la responsabilità. Mettere gli alunni e le alunne al centro, significa: dare una scuola in presenza, avere lavoratori al loro posto, e questo già da settembre.

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