SOSTEGNO À LA CARTE E DOCENTI A DOMICILIO
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- Pubblicato Giovedì, 02 Dicembre 2021 18:23
IL MINISTERO SAREBBE AL LAVORO SUL DECRETO. LA NOTIZIA, UFFICIOSA, TRAPELA DA RIUNIONI INFORMATIVE PER POCHI. GRAVE ERRORE DI IMPOSTAZIONE E DI PROSPETTIVA. LA SCUOLA È EDUCAZIONE, NON ASSISTENZA
Un annuncio informale, questo sarebbe al momento, la notizia di un decreto sul sostegno a cui il ministero sta lavorando nel quale i docenti andrebbero a svolgere la propria attività a domicilio nel caso in cui un l’alunno o l’alunna affidati siano impossibilitati frequentare le lezioni per un periodo di oltre 30 giorni. Non c’è fine alla mortificazione di una categoria che non merita questi toni, né questi provvedimenti – commenta in maniera molto critica il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi. Ci auguriamo – dice Turi -che intorno alla scuola e alla sua funzione intervengano le famiglie a cui si deve offrire diritti di integrazione e non miserande surroghe assistenziali. Il fiore all’occhiello dell’integrazione scolastica della scuola italiana non merita il degrado a cui la politica del consenso elettoralistico si sta piegando. Non si possono confondere la funzione professionale dell’insegnamento con quella dell’assistenza. Questo nel merito – aggiunge Turi. Quanto al metodo, il ministero ha convocato tutte le organizzazioni sindacali, ma come è noto la UIL Scuola con altri sindacati di categoria, ha proclamato lo stato di agitazione e indetto uno sciopero. Questo significa che sono interrotte le relazioni sindacali ed è aperta una vertenza. Il ministero invece di prenderne atto persevera nella sua azione incurante di ciò che avviene nella realtà. Voler cambiare per legge i contratti è ormai un’abitudine ed un cattivo costume a cui richiamiamo tutte le forze politiche e lo stesso ministro che – osserva Turi – in questo caso non può dire di trovarsi di fronte ad una legge da attuare. Sarebbe grave che il Parlamento legiferasse a prescindere del parere del ministero per cui presumiamo che questo progetto non sia nato oggi.Chiamare il sindacato per informarlo è diventato un mal costume su cui eleviamo la più ferma protesta. Cambiare per legge la condizione dei lavoratori non è accettabile nella misura in cui si viene a creare una contraddizione che ignora la situazione reale. Voler trasformare a tutti i costi la scuola in servizio, peraltro assistenziale come in questo caso, è contro i principi e i valori della scuola costituzionale e ignora il valore dell’integrazione nell’istruzione pubblica. Un ulteriore motivo – come se non ce ne fossero già abbastanza – per andare allo sciopero del 10 dicembre.