DOPO LO SCIOPERO /GRAZIE A 100 MILA LAVORATORI CHE HANNO FATTO SENTIRE LA LORO VOCE

forza Francesco Sinopoli, Pino Turi, Elvira Serafini e Rino Di Meglio - che non può essere quello che abbiamo conosciuto in tanti tavoli senza esito ma con un chiarimento politico di fondo che affronti e risolva i problemi  a partire dal precariato che va chiuso con immediatezza, sino ad arrivare alla soluzione di ogni sfruttamento lavorativo in termini di stipendio e di mansioni (DSGA f.f.), di interventi strutturali sugli organici e sulla composizione delle classi, sull’avvio del rinnovo del contratto in cui eliminare ogni vincolo relativo alla mobilità. Lo sciopero del 10 dicembre ha segnato lo spartiacque sia delle relazioni sindacali che quelle negoziali che devono essere improntate da una visione strategica di natura politica, per risolvere i problemi non per analizzarli. Il Patto sulla scuola già analizzava e ipotizzava percorsi, occorre dare concretezza ed esprimere una vera volontà politica di risoluzione dei problemi, con risorse e confronto vero sulla “complessità”. Bisogna decidere: è questo il senso che il mondo del lavoro ha dato allo sciopero generale del 10. Vanno messe a sistema di nuove relazioni sindacali e politiche. Ora la parola passa al ministro e al governo. Dire che gli scioperi non servono significa non tenere conto dell’impegno di migliaia di persone.
Oggi si torna a parlare di scuola e di lavoro a scuola. E’ il primo obiettivo raggiunto. La scuola è parte attiva della società, avverte e risente per prima dei cambiamenti in atto: un campanello di allarme di un mondo che cambia. Rappresentare queste esigenze è dovere del sindacato, dare risposte concrete è compito urgente della politica.

Informazioni aggiuntive