IL DECONGESTIONAMENTO DELLE CLASSI SOVRAFFOLLATE SI RIVELA UN GRANDE BLUFF

FALLISCE UNO DEGLI OBIETTIVI DEL PNRR INSERITO ANCHE NELLA LEGGE DI BILANCIO. NESSUN INVESTIMENTO, SOLO RAZIONALIZZAZIONE DELL’ESISTENTE 

Ieri 28 aprile 2022 si è svolto presso il MI una ulteriore sessione di lavoro, che ha fatto seguito a quella  dell’11 aprile u.s.,  dedicata a:“Incontro tecnico dimostrativo, concernente gli indicatori presi a riferimento nello schema di decreto del Ministro dell’istruzione di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze per l’autorizzazione di classi in deroga alle dimensioni previste dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, ai sensi dell’art.1, commi 344 e 345 lett. a), b) e c), della legge 30 dicembre 2021, n.234”. 

L’Amministrazione ha puntualizzato i contenuti della bozza di Decreto Interministeriale elaborata dal Ministero dell’Istruzione di concerto con il MEF nella parte relativa agli indicatori (ESCS) utilizzati, che sono stati desunti dagli esiti delle prove INVALSI. Il percorso legislativo è stato pensato per individuare le classi con alunni svantaggiati che, negli intendimenti del Legislatore, andrebbero decongestionate. Più concretamente, è stato individuato un contingente di 8.741 docenti (Tab.A) che riviene dal fisiologico decremento del numero di alunni iscritti nell’a.s.2021/22, che sarà utilizzato per decongestionare le classi sovraffollate. Il meccanismo escogitato (gli indicatori ESCS) per rilevare il disagio non servirà a nulla considerato che i docenti disponibili non sono frutto di scelte mirate, ma solo di eccedenze legate alla denatalità. La Uil Scuola ha precisato come la legge di Bilancio per il 2022 (art.1 – comma 334) non reca alcuna dotazione finanziaria. Il calo demografico, generando un minore numero di alunni frequentati, determina un surplus di personale che rimane nelle dotazioni organiche dell’a.s.2022/23. Questa rappresenta l’unica risorsa messa a disposizione. La Uil Scuola ritiene assolutamente insufficiente il provvedimento assunto dal Governo giudicandolo più semplicemente demagogico. Senza voler indagare nemmeno troppo sul merito degli indicatori presi a riferimento, risulta  del tutto assente la dimensione complessiva del problema (il numero delle classi ove sono presenti gli alunni svantaggiati nell’intero sistema scolastico) che, per motivazioni di privacy, non è stata nemmeno fornita. Valuta come il rimedio proposto (il contingente di 8.741 docenti), andrà a beneficio non dei territori che presentano maggiori situazioni di alunni in condizione di svantaggio, ma di quelli che possiedono  i maggiori indici di decremento di popolazione scolastica. Una situazione davvero paradossale, la dimostrazione dell’assenza di strategie in grado di migliorare la fruizione del diritto allo studio. La conferma che le leggi a costo zero non producono risultati, ma solo confusione e scontento. Ancora una volta, uno dei problemi più avvertiti nel corso della pandemia, quello endemico delle classi sovraffollate, non trova una soluzione seria e strutturata. Si è di fronte ai soliti interventi una tantum. Da ultimo, la Uil Scuola rileva come tale problematica faccia parte delle misure previste dal PNRR, il Piano che avrebbe dovuto rilanciare la scuola pubblica del Paese che, ad oggi, non incide in alcun modo sulle criticità storiche.

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